
Arrivi a Madrid e respiri aria nuova, di crescita, evoluzione, arte, voglia di stare fuori. Ed è proprio in questa voglia di uscire che trova il suo perché il mangiare di Madrid. Ci si ferma in tanti posti per sfamarsi di cibo e divertimento. Per riempirsi gli occhi di tanti colori. Spendendo una manciata di euro per una serata in compagnia. In prima istanza c’è la cerveza, bionda e ghiacciata, e per accompagnare la caña si ordinano le tapas. Squisiti bocconcini di prosciutto iberico, assaggi di formaggio tenero e saporito, a volte accompagnato da tocchetti di cotognata. Crocchette che si sciolgono in bocca di prosciutto, cabrales (formaggio piccante), peperone, baccalà. Patatas bravas. Patatas ali-oli. Mini bocadillos con calamari fritti. Pantumaca: fette di pane insaporite dal pomodoro e avvolte nel prosciutto, magrissimo. Divino accostamento di peperoni e tonno. Crostini con lacon. Piccole ciotole di gazpacho gelato. E poi c’è lei, regina incontrastata: la tortilla. Non chiamatela frittata! La differenza non è solo nella consistenza, molto più morbida di qualsiasi omelette. Noi prepariamo una frittata quando abbiamo fretta, magari per riciclare avanzi del giorno prima. La tortilla richiede più tempo e più amore, le patate vanno cotte in anticipo. Ringraziamo ufficialmente i nostri amici spagnoli, che ci hanno fatto dono di queste prelibatezze e aspettiamo con ansia le ricette, che a nostra volta, con generosità, posteremo per voi.
I locali sono innumerevoli, ogni cervezeria è raccomandabile. Io però vi consiglio di scegliere quelle che sono fornite di vermouth De Grifo alla spina, una delle cose più buone che abbiamo mai bevuto. E che aumenta la nostra voglia di tornare in Spagna.